Lavapiés
Secondo la tradizione il nome deriverebbe da una fontana, situata nella piazza Lavapiés fino al 1800, dove i devoti si lavavano i piedi prima di entrare nel tempio.
L'attuale chiesa di San Lorenzo sorge infatti sulle fondamenta di un'antica sinagoga.
Tra le vie di questo quartiere si consumarono molti degli eccidi nei confronti degli ebrei sefarditi prima della definitiva cacciata del 1492.
Solo molti anni dopo la zona fu ripopolata da altri ebrei giunti dal Nord Africa e dalle regioni più occidentali della Spagna.
Sembra che in questo quartiere abbia avuto origine un motto popolare madrileno “Manolo e Manola”, proprio perché molti ebrei, per sfuggire alle espulsioni forzate si facevano battezzare con il nome cattolico Manuel.
Negli anni successivi alla Guerra Civile il quartiere è entrato in un lungo stato di abbandono. Restano due testimonianze del periodo: l'iscrizione dedicata alla Repubblica sulla fontana di piazza del Cabestreros e i resti della Escuelas Pias in piazza Lara.
Questo edificio fu incendiato dai miliziani del sindacato anarchico CNT come molte altre chiese ed edifici religiosi spagnoli che ospitavano i falangisti di Franco. Oggi Escuelas Pias ospita un biblioteca comunale.
Tra gli anni '80 e '90 il quartiere è tornato a nuova vita, grazie soprattutto all'arrivo di immigrati e giovani che hanno iniziato a occupare, ristrutturare e abitare gli edifici da tempo abbandonati.
Oggi, nonostante il numero di case occupate illegalmente sia sensibilmente diminuito, è un quartiere frequentato da gruppi di giovani alternativi e immigrati.