Cueva de Salamanca

La Cueva de Salamanca è oggi un sito archeologico costituito dalla cosiddetta Torre dei Villena, dalla sacrestia dell’antica chiesa di San Cebrian demolita nel XVI secolo e dalla Grotta stessa. L’unicità di questo sito è data indubbiamente dalle antiche leggende a esso collegate e conosciute in tutto il mondo ispanico. La tradizione della Cueva de Salamanca risale, infatti, a racconti medievali che hanno ispirato ugualmente illustri scrittori e popolani, fino a varcare l’Oceano Atlantico e diffondersi nel Nuovo Mondo. Molte città del Sud America che si chiamano Salamanca hanno adottato una Cueva con una leggenda analoga.

Storia e leggenda si intrecciano nella tradizione di questo sito, tanto che la Regina Isabella, nel XVI secolo, ordinò di murare la grotta con malta e pietra per non dare adito a dicerie e per prevenire la formazione di sette seguaci del demonio. Dopo la demolizione della chiesa, la grotta venne adoperata come magazzino del palazzo di Albandea Mayorazgo; nel XIX secolo fu un ritrovo di carbonari.

Come capita spesso nei racconti di origine popolare, esistono diverse versioni della leggenda, ma tutte hanno come filo conduttore la pratica della magia nera, talvolta trattata in forma burlesca o ironica. Lo stesso Cervantes nel suo La Cueva de Salamanca ne fa una parodia.
La versione più conosciuta ci è stata tramandata attraverso la raccolta “Il Recueil des Histoires de Troyes” pubblicato anonimo nel 1464 e attribuito a Eracle, fantastico fondatore di una setta alla quale impartiva lezioni di occultismo. Scontento dei suoi seguaci abbandonò sul luogo i suoi libri e pose una sua statua sul sito che avrebbe continuato a dare lezioni a coloro che avrebbero voluto imparare davvero.

La setta, nonostante la partenza di Eracle, non si sciolse e il demone Asmodeo, per sette anni, si manifestava nel buio della notte all’interno della Grotta e volle infine designare uno dei seguaci come sostituto del maestro. Il demone scelse il Marchese de Villena, un personaggio ispirato a Enrique de Villena, il signorotto al quale si attribuisce la costruzione della torre, che in realtà sarebbe un muro difensivo di epoca romana. Altre versioni individuano nel nuovo maestro altri personaggi che probabilmente erano entrati nell’immaginario popolare o che erano presi di mira dalla satira.